Sommario
EDITORIALE
di Riccardo Cascioli
PRIMO PIANO
La morale, figlia della verità sull’uomo
Il nuovo paradigma della teologia morale
di Stefano Fontana
Il primato della coscienza si fonda sulla verità
di Livio Melina
La luce di un’enciclica: Veritatis Splendor
di Juan José Pérez-Soba Diez del Corral
I NUOVI DOGMI
Il “caso Galileo”: quando la scienza diventa religione
di Enzo Pennetta
CULTURA
La civiltà nata dall’Incarnazione
di Daniele Premoli
SPIRITUALITÀ
Il “Natale dei regali” lo ha inventato Dio
di Stefano Bimbi
SANTI
Per il martirio non basta l’eroismo
di Andrea Zambrano
STORIA
Il “silenzio” di Pio XII servì a salvare gli ebrei
di Michael Hesemann
FALSI AMICI
La filantropia: una caricatura della carità
di Mario A. Iannaccone
DEVOZIONE
Le reliquie della Natività
di Luisella Scrosati
Editoriale
La questione morale
di Riccardo Cascioli
In parallelo alla crisi del 1968, legata al processo di presunta liberazione sessuale, «si è verificato un collasso della teologia morale cattolica». Così scriveva il Papa emerito Benedetto XVI nelle Note scritte in occasione del summit convocato in Vaticano da Papa Francesco sul tema degli abusi sessuali, nel febbraio 2019. Quelle note, rese pubbliche nell’aprile successivo, costituiscono una preziosa testimonianza e una lucida analisi sul momento che vive la Chiesa.
In cosa consiste questo collasso? Detto molto sinteticamente, in una sorta di relativismo per cui sfuma il confine tra bene e male. «Non poteva esserci nemmeno qualcosa di assolutamente buono né tantomeno qualcosa di sempre malvagio – proseguiva il papa emerito –, ma solo valutazioni relative. Non c’era più il bene, ma solo ciò che sul momento e a seconda delle circostanze è relativamente meglio ». Affermazioni che descrivono perfettamente quanto oggi viene proclamato dal Magistero e che dimostrano come il processo arrivi da lontano. La “questione morale”, a cui dedichiamo il primo piano in questo mese, va dunque al cuore della crisi che stiamo vivendo nella Chiesa, perché – come diceva ancora Benedetto XVI – l’ha resa inerme davanti al mondo. Come è spiegato nei contributi di questo numero della Bussola mensile, essa infatti consiste nel rovesciamento di quello che è sempre stato l’insegnamento della Chiesa cattolica.
E non è materia che riguarda i teologi o gli specialisti e gli appassionati del tema. Riguarda tutti noi, perché ogni nostra azione dipende dalla concezione morale. Tradire la propria moglie o il proprio marito è sempre un male o dipende dalla situazione e qualche volta può addirittura diventare il bene migliore in quel momento? Gli atti omosessuali sono sempre un peccato gravissimo o, a certe condizioni e in certe culture, possono anche essere espressione genuina di amore? L’aborto e l’eutanasia sono sempre un male che attenta alla vita oppure in qualche circostanza possono anche essere giustificati? E in che modo la nostra coscienza può orientarsi nel giudizio e capire se si sta facendo il male o il bene?
Il fatto è che il relativismo morale, che si maschera da comprensione per la condizione umana che è limitata e fragile, in realtà diventa una condanna a rimanere nell’infelicità. Chi è immerso nel fango desidera essere tirato fuori, ripulito e restituito a vita nuova; non essere lasciato lì a farsi convincere che stare nel fango sia la cosa migliore possibile. Per questo è importante capire i termini della “questione morale” e seguire l’insegnamento autentico della Chiesa che, solo, promette di guidarci a diventare uomini veri (maschi e femmine).
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